Il primo giorno dell’anno, in calce a un tweet (v. foto) che provava a trarre da questa esperienza che stiamo vivendo un insegnamento (anche nell’intento – come auspicava Benedetto XVI nella Caritas in Veritate – di fare di una crisi una “occasione di discernimento e nuova progettualità”) ho ricevuto la risposta di Cinzia, che qui riporto.
È una testimonianza dolorosa dell’ingiustizia che si sta compiendo nel nostro Paese e che viola nel profondo la dignità della Persona.
Ma è anche, per la “discussione” social che essa ha generato, una lezione che mostra almeno tre cose:
- Anche in questa situazione di inedita durezza e disumanità, c’è chi ha la forza di non piegarsi e, pur nella difficoltà estrema, rappresenta un esempio e un’ispirazione per molti
- Anche in questo tempo dominato dalla divisione sociale (irresponsabilmente promossa e cavalcata da politica e Istituzioni), la solidarietà fra le persone esiste e resiste
- Anche la realtà che la vicenda di Cinzia plasticamente rappresenta deve essere colta e raccontata dalla comunicazione di una Chiesa che voglia farsi “prossimo”: è #laltrastoria che i media mainstrem ignorano, ma che c’è e va riportata
A Cinzia, il mio abbraccio di vicinanza e solidarietà.